Quando
si compie un percorso personale, spesso pensiamo di scoprire nuovi lati di noi,
parti nascoste, che vengono portate alla luce. Man mano approfondiamo e la
sensazione di novità tende ad affievolirsi. Noi non apprendiamo qualcosa su noi stessi, ma lo ri-conosciamo. La
consapevolezza che si attua attraverso un percorso di crescita personale è un
ri-portare parti sopite di noi a risvegliarsi, accoglierci per come siamo
sempre stati, ma non abbiamo avuto il coraggio di agire e di vivere. La
reminescenza di noi stessi non è un processo nuovo all’umanità, fa parte di una
conoscenza sapienziale molto antica. Ne parlò il filosofo ateniese Platone, che
per spiegarne il processo utilizzò un racconto, perché dove l’argomentazione
dimostrativa non poteva arrivare, il mito narrava un qualcosa di
ragionevolmente vero, ma indimostrato e indimostrabile.
Il mito di Er
Ci
sono le anime radunate in una pianura, presso il seggio della vergine Lachesi,
al centro dell’universo, ognuna sceglie la propria vita futura per il nuovo
ciclo di reincarnazioni. Non sarà un dio a scegliere, ma le anime stesse,
mettendo a frutto la precedente esperienza di vita. È la più alta affermazione
della responsabilità individuale mai letta nell’antichità. Il mito di Er,
inoltre, mira a spiegare la teoria platonica della reminiscenza: conoscere è
ri-conoscere.