martedì 8 ottobre 2019

Reiki: energia vitale



Il reiki è un metodo di guarigione basato sulla trasmissione di energia attraverso le mani. Non va confuso con la pranoterapia, perché, sebbene sembrino due pratiche simili in realtà sono completamente diverse. Infatti la pranoterapia è un dono che una persona può possedere, mentre il reiki lo possiamo fare tutti (vi spiegherò come); inoltre, il pranoterapeuta assorbe il male dell’altro e dona la sua energia, mentre il reikista dona l’energia dell’universo, percepisce il dolore del suo paziente, ma non assorbe niente. Semplicemente il suo corpo funge da canale per permettere all’energia di entrare in un altro corpo e di guarire. 
Reiki è una parola giapponese coniata dall’unione della parola “Rei”, che significa energia universale, con la parola “Ki”, che è l’energia personale, concentrata nel secondo chakra, in prossimità dell’ombelico. La pratica Reiki è una connessione di queste energie, alla quale possiamo attingere sempre sia per curare gli altri che noi stessi.
Ho ricevuto l’attivazione al Reiki più di dieci anni fa e non mi ha limitato, o condizionato, anzi mi ha reso più libera e più consapevole, oltre che a diventare più forte nell’affrontare la vita. Il reiki ha trasformato il mio modo di pensare dandogli una botta di positività ed aiutandomi a tenere sempre il cuore aperto a tutti.
Il reiki guarisce la vostra anima e con essa, inevitabilmente, il vostro corpo. 

martedì 24 settembre 2019

Analizziamo l'opera di Tolkien, molto di più di una semplice trilogia!


Buon pomeriggio, oggi vi propongo la recensione (un po' particolare) di "Il Signore degli Anelli". Ho riletto questo libro nel corso del 2015 alternando la lettura con altri romanzi.
L'avevo letto a 18 anni, mi era piaciuto anche se non l’avevo apprezzato completamente, la scrittura mi era sembrata un po' troppo impegnativa e, alcune scene, mi erano parse noiose e prolisse.
A distanza di anni ho riscoperto un capolavoro, un’opera fantasy sia maestosa e senza precedenti!
Quando sono giunta alla fine avrei voluto continuare immergendomi ancora nelle leggende intessute da Tolkien, visitando angoli sconosciuti della Terra di Mezzo, camminando nelle foreste e respirando l’aria della Contea.
Tolkien non ha scritto un semplice romanzo fantasy ma ha dato il via a un genere unico: l’high fantasy e, in più, ha creato una storia che parla di formazione, di amicizia, amore e coraggio.
Essendo un’opera così preziosa non mi permetterò di dare un giudizio vero e proprio ma un voto simbolico, esprimendo il mio pensiero su ciascun libro, per raccontarvi cosa ho amato di più. (Nei riassunti dei libri sarò un po' veloce, non spiegherò ogni singolo passaggio e darò per scontata qualche informazione sui personaggi, approfondire ogni dettaglio sarebbe troppo lungo.)

giovedì 12 settembre 2019

La Ri-conoscenza di noi stessi



Quando si compie un percorso personale, spesso pensiamo di scoprire nuovi lati di noi, parti nascoste, che vengono portate alla luce. Man mano approfondiamo e la sensazione di novità tende ad affievolirsi. Noi non apprendiamo qualcosa su noi stessi, ma lo ri-conosciamo. La consapevolezza che si attua attraverso un percorso di crescita personale è un ri-portare parti sopite di noi a risvegliarsi, accoglierci per come siamo sempre stati, ma non abbiamo avuto il coraggio di agire e di vivere. La reminescenza di noi stessi non è un processo nuovo all’umanità, fa parte di una conoscenza sapienziale molto antica. Ne parlò il filosofo ateniese Platone, che per spiegarne il processo utilizzò un racconto, perché dove l’argomentazione dimostrativa non poteva arrivare, il mito narrava un qualcosa di ragionevolmente vero, ma indimostrato e indimostrabile.

Il mito di Er
Ci sono le anime radunate in una pianura, presso il seggio della vergine Lachesi, al centro dell’universo, ognuna sceglie la propria vita futura per il nuovo ciclo di reincarnazioni. Non sarà un dio a scegliere, ma le anime stesse, mettendo a frutto la precedente esperienza di vita. È la più alta affermazione della responsabilità individuale mai letta nell’antichità. Il mito di Er, inoltre, mira a spiegare la teoria platonica della reminiscenza: conoscere è ri-conoscere.