martedì 24 settembre 2019

Analizziamo l'opera di Tolkien, molto di più di una semplice trilogia!


Buon pomeriggio, oggi vi propongo la recensione (un po' particolare) di "Il Signore degli Anelli". Ho riletto questo libro nel corso del 2015 alternando la lettura con altri romanzi.
L'avevo letto a 18 anni, mi era piaciuto anche se non l’avevo apprezzato completamente, la scrittura mi era sembrata un po' troppo impegnativa e, alcune scene, mi erano parse noiose e prolisse.
A distanza di anni ho riscoperto un capolavoro, un’opera fantasy sia maestosa e senza precedenti!
Quando sono giunta alla fine avrei voluto continuare immergendomi ancora nelle leggende intessute da Tolkien, visitando angoli sconosciuti della Terra di Mezzo, camminando nelle foreste e respirando l’aria della Contea.
Tolkien non ha scritto un semplice romanzo fantasy ma ha dato il via a un genere unico: l’high fantasy e, in più, ha creato una storia che parla di formazione, di amicizia, amore e coraggio.
Essendo un’opera così preziosa non mi permetterò di dare un giudizio vero e proprio ma un voto simbolico, esprimendo il mio pensiero su ciascun libro, per raccontarvi cosa ho amato di più. (Nei riassunti dei libri sarò un po' veloce, non spiegherò ogni singolo passaggio e darò per scontata qualche informazione sui personaggi, approfondire ogni dettaglio sarebbe troppo lungo.)
QUALCHE INFORMAZIONE (Tolkipedia): "Il Signore degli Anelli (titolo originale in inglese: The Lord of the Rings) è un romanzo high fantasy epico scritto da John Ronald Reuel Tolkien e ambientato alla fine della Terza Era dell'immaginaria Terra di Mezzo. Scritto a più riprese tra il 1937 e il 1949, fu pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955. Tradotto in trentotto lingue, con decine di riedizioni ciascuna, resta una delle più popolari opere letterarie del XX secolo.

La narrazione comincia dove si era interrotto un precedente romanzo di Tolkien, Lo Hobbit, e l'autore usa lo stratagemma dello pseudobiblium per collegare le due storie: nella fictio della storia, entrambi i romanzi sono in realtà una trascrizione di un volume immaginario, il Libro Rosso dei Confini Occidentali, un'autobiografia scritta a quattro mani da Bilbo Baggins, protagonista di Lo Hobbit, e da Frodo, il protagonista del Signore degli Anelli. Questo secondo romanzo, tuttavia, si inserisce in un'ambientazione di più ampio respiro rispetto a quella del primo, costretto dai limiti della favola per bambini, attingendo a quel vasto corpus storico, mitologico e linguistico creato ed elaborato dall'autore nel corso di tutta la sua vita. Il Signore degli Anelli narra della missione di nove Compagni, la Compagnia dell'Anello, partiti per distruggere il più potente Anello del Potere, un'arma che renderebbe invincibile il suo malvagio creatore Sauron se tornasse nelle sue mani, dandogli il potere di dominare tutta la Terra di Mezzo.

Il romanzo, composto da tre volumi, ha esercitato nel tempo un profondo influsso culturale e mediatico, ottenendo attenzioni e apprezzamenti sia da parte di critici, autori e studiosi, sia da parte di semplici appassionati, che hanno dato vita a innumerevoli gruppi e associazioni culturali, come le varie società tolkieniane, sparse in tutto il mondo. La trilogia ha ispirato e continua ad ispirare, libri, videogiochi, illustrazioni, fumetti, composizioni musicali, ed è stato adattato più volte per la radio, il teatro ed il cinema, come nel caso della famosa trilogia di film diretti da Peter Jackson."

LA COMPAGNIA DELL'ANELLO
Inizia qui la nostra avventura, quando Frodo Baggins eredita dallo zio Bilbo uno strano anello dall’oscuro potere, insieme a Gandalf decidono di nasconderlo, il mago ha dei sospetti e così, parte per un lungo viaggio alla ricerca di notizie.
Dopo qualche tempo torna nella Contea per avvertire Frodo: l’anello non è altro che il malefico anello di Sauron, l’oscuro signore, l’Unico, il più potente di tutti.
L’oscuro talismano va distrutto.

"La compagnia dell'Anello" è il primo volume di questa trilogia indimenticabile. Qui vengono tratteggiati i personaggi che poi ci accompagneranno nelle numerose pagine che compongono l'opera.
Conosciamo gli Hobbit, popolo tranquillo e amante della natura che vive spensierato nelle sue meravigliose case tonde. Conosciamo Gandalf, uno dei miei personaggi preferiti, il fascino di questo stregone non finisce mai, la sua caparbietà e lungimiranza sono ineguagliabili. L'intera Compagnia dell'Anello è ricca di personaggi d’importanza fondamentale. Come non innamorarsi degli Elfi, creature leggiadre e meravigliose, tanto regali quanto forti. E che dire dei paesaggi?
La Contea, GranBurrone, Moria, Lothlorien, una meraviglia dietro l'altra.
Tolkien ci descrive un mondo antico, pieno di leggende e racconti passati, ricco di creature dimenticate e misteriose.
Tra i passaggi che ho preferito ci sono senza dubbio il viaggio attraverso Moria e i giorni trascorsi a Lothlorien.

"Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende."

LE DUE TORRI
Eccoci giunti al secondo volume della trilogia di Tolkien. Questo è in assoluto il libro che più amo. Facciamo un piccolo sunto.
La Compagnia si è sciolta, l'Anello ha compiuto la sua opera insinuandosi nella mente di Boromir lo ha plagiato portandolo a compiere un atto estremo: aggredire Frodo per portargli via il prezioso manufatto.
Frodo fugge e, insieme a Sam, parte per Mordon.
Nel frattempo il resto della compagnia è attaccato da un esercito di orchi che uccidono Boromir e rapiscono Pipino e Merry per portarli da Saruman, potente stregone che si è unito a Sauron. Aragorn, Legolas e Gimli decidono di rispettare la decisione di Frodo e partono all'inseguimento degli Hobbit rapiti. Qui le storie diventano tre: Frodo e Sam guidati da Gollum s’inoltrano nelle terre dell'oscuro signore, Pipino e Merry giungono a Fargon e incitano gli Ent a far battaglia contro Saruman e infine, Aragorn, Legolas e Gimli che incontrano Gandalf, ora Bianco, si precipitano a Rohan per salvare il meraviglioso popolo degli allevatori di cavalli.
Il libro culmina con la battaglia del fosso di Elm e con il combattimento di Sam con l'orribile Shelob. 
Di questo libro ho amato tutto, il ritmo è incalzante e veloce, le pagine si leggono velocemente, l'avventura si fa sempre più suggestiva. Adoro la scena della liberazione di Theoden da Vermilinguo, la descrizione di Galadriel che Gimli fa a Eomer, la distruzione di Saruman e la battaglia al fosso di Elm. Qui si pongono le basi per il gran finale e il maestro che tira i fili delle nostre vicende è sempre Gandalf, magnifico personaggio dal fascino indescrivibile. Imperdibile!

"Desti ora, desti, Cavalieri di Théoden!
Terribili eventi nell'oscuro Oriente.
Sellate i cavalli, suonate le trombe!
Avanti Eorlingas!"
(Théoden recita la carica degli Eorlingas)

IL RITORNO DEL RE
Siamo giunti al capitolo conclusivo. Insieme a Merry e Gandalf arriviamo a Gondor e scopriamo che l'ombra di Saurun è sempre più potente. La guerra è ormai alle porte e la speranza di una vittoria sembra remota e fragile.
Aragorn percorre il cammino dei morti, I Rohirrim corrono in soccorso a Gondor e la città si prepara all'assedio. Frodo e Sam riescono a salvarsi da Shelob e, dopo gli orrori di Minas Morghul, percorrono la terribile desolazione di Mordor fino ai piedi del Monte Fato.
Veloce e coinvolgente l'ultimo volume della trilogia è veramente meraviglioso. Aragorn viene valorizzato in tutta la sua bellezza, scopriamo ancora di più Faramir con la sua saggezza e Sam si rivela la vera forza di Frodo che compie finalmente la sua missione.

"Sono felice che tu sia qui con me.
Qui, alla fine di ogni cosa, Sam."
Frodo

"E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un'alta vetta, vide una stella bianca scintillare all'improvviso. Lo splendore gli penetrò nell'anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l'Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi erano eterna luce e splendida bellezza."

ANALISI DELL'OPERA
"Il signore degli Anelli" è un opera molto complessa, potrebbe sembrare un semplice fantasy che contrappone la lotta tra bene e male ma in realtà c'è molto di più. L'autore riesce a parlare di risveglio interiore e di nuova coscienza attraverso le pagine de suoi libri, infatti è molto forte il pensiero che per poter vivere in questo mondo e dare un vero contributo all'umanità, sia necessario fare un vero e proprio salto di consapevolezza allontanandoci dal caos interiore che alberga in ognuno di noi, per riscoprire una via priva di illusioni. I personaggi di Tolkien colgono questo grande momento di passaggio, il cambiamento che incombe in ognuno di loro e la necessità di assecondarlo, seppur con sofferenza e smarrimento. Si parla proprio di un cambio vibratorio, un cambio di coscienza che permette a ognuno di loro di vivere nel migliore dei modi il tempo che è stato loro assegnato!
Oltre a ciò, Tolkien ha messo tra le righe varie tematiche di grande importanza, andiamo a vedere le principali.

Potreste trovare qualche spoiler, mi sono permessa perché credo che il 99% della popolazione sappia di cosa parla la trilogia e come si finisce, se però, non volete incappare in essi perché non avete idea di cosa sia quest’opera allora non leggete il pezzo che segue.


1-"L'uomo e la natura"
L'intera opera è un elogio alla natura, l'autore ama molto descrivere i meravigliosi paesaggi della Terra di Mezzo. Il personaggio che maggiormente fonde in sé questo rapporto è il capo degli Ent, il cui nome Fangorn è anche il nome della foresta stessa, quindi racchiude in sé la natura del maestoso bosco.
Gli stessi Hobbit sono in grande simbiosi con il regno della flora: le loro case sembrano meravigliose tane di coniglio, l'agricoltura e l'allevamento sono rispettosi del paesaggio che li circonda e la loro gioia è simbolo di un grande equilibrio interiore nato da questo magico rapporto natura/uomo. Al contrario Saruman è visto come distruttore, con le sue macchine infernali che rovinano e inquinano l'ambiente, con il suo scellerato tagliare alberi per nutrire la sua industria, cerca prima di devastare Fangorn e poi la Contea. Anche Sauron è visto come mutilatore ambientale, Mordor è una terra desolata e desertica, senza piante e acqua, dove non cresce nulla, così sfruttata da diventare sterile.
Questo è sicuramente un tema attualissimo: l'ecologia e la salvaguardia dell'ambiente sono messaggi che entrano nelle nostre case continuamente, Tolkien ha preceduto i tempi proponendo un argomento così importante per la sopravvivenza dell'uomo e del pianeta. Dovremmo tutti essere un po' più Hobbit!

2-"Il potere"
Altro tema dominante è quello del potere che porta l'animo umano alla distruzione.
L'Anello rappresenta questo argomento, esso dona potere a chiunque lo possieda ma allo stesso tempo lo corrode con la sua malefica forza.
Sia in mani giuste che in mani sbagliate è un oggetto pericoloso perché subdolo e capace di
corrompere anche l’animo più nobile.
Basti pensare che due dei personaggi più forte e puri, Gandalf e Galadriel, lo rifiutano e, tutti coloro che lo portano, sono destinati a soffrire per sempre.
Isildur è tradito dal perfido gioiello; Gollum nè è completamente assuefatto e ossessionato, così impregnato di esso da non poter vivere senza; Bilbo ne rimane ancora aggrappato tanto da chiederlo a Frodo alla fine della trilogia quando ormai è distrutto e Frodo, bè lui rimane ferito in modo irreparabile.
Quindi, il potere e il desiderio di potere portano l'animo umano alla disfatta!

3-"Il male"
Il Male pervade l'intera opera, sotto forma di ombra, Nazgul, spettro o pensiero.
Arriva a possedere Saruman, a irretire Theoden, a far impazzire Denethor, striscia nel cuore di Boromir e percorre la Terra di Mezzo in lungo in largo nei panni di orribili orchi.
Questo male è visto in due modi: come forza attiva che cerca di sconfiggere il bene con ogni mezzo e di sconvolgere il cuore dei buoni.
Perfino l'Anello pur essendo un oggetto incapace di muoversi spontaneamente "brama" costantemente di raggiungere il suo oscuro padrone e, per questo, tradisce Isildur, abbandona Gollum, schiaccia Frodo.
Dall'altro lato è visto come assenza di bene, quindi incapace di avere potere.
Questa visione dualistica è molto importante, l'incertezza della natura del male domina tutta la storia. Se il male fosse solo assenza di bene per i personaggi sarebbe più facile compiere l'impresa, l'anello non tradirebbe il suo possessore, sarebbe incapace di insinuarsi nella mente l'anello perderebbe parte del suo potere e potrebbe così essere portato da chiunque.
Da ciò capiamo che la natura dualistica dell'Anello è essenziale per lo svolgersi degli eventi.


4-"Il bene"
Anche qui non si tratta di semplice bene ma di una visione molto più complessa. Se pensiamo all'opera stessa ci accorgiamo che non si ha un vero e proprio lieto fine.
L'Anello viene distrutto e Sauron sconfitto ma il male è dietro l'angolo, come Saruman che si impossessa della Contea e la distrugge. Il taglio dell'albero delle feste è definitivo e netto.
Altro esempio è la terra di Mordor che rimarrà per sempre arida e desertica. Lo stesso Frodo viene così corroso dal male dell'Anello da non guarire mai completamente, anche dopo la vittoria soffre e cade in depressione.
Gandalf è il personaggio che impersonifica maggiormente il Bene, possiamo paragonarlo a un angelo anche se, nè il carattere nè l'aspetto, sono somiglianti alla nostra visione degli angeli.
Tutta la storia ci avvisa che il Bene può essere raggiunto con sforzi e sacrifici, il male è la via più facile nella quale si può sempre cadere. Inoltre il male lascia il segno, un esempio è che la distruzione
dell'Unico provoca la fine di tutti gli anelli del potere e con essi la fine di due razze: quella Elfica e quella Nanica. La Terra di Mezzo ha perso così la sua bellezza, ciò dimostra che il male compiuto da Sauron non sarà mai completamente sanato.

5-"Il coraggio"
I personaggi di questa opera sono indubbiamente coraggiosi ma in modo diverso dal solito. Quasi tutti credono di non superare le molte prove davanti a loro, non nutrono grandi speranze ma trovano la forza per agire comunque e combattere.
Inoltre il coraggio descritto da Tolkien è un coraggio allegro, molto spesso momenti cupi e devastanti sono esorcizzati da una frase divertente, una risata o una canzone.
Basti pensare a Sam che anche dentro la torre di Minas Morgul in preda allo sconforto si mette a cantare, o a Merry che non perde mai il sorriso e la fame.
Gli Hobbit sono i maggiori interpreti di questo tipo di coraggio basato sull'ironia e la gioia di vivere.

6-"Il viaggio"
Ultimo tema importante dell'opera è il viaggio, inteso come percorso dell'anima e cambiamento.
Si parte, si superano prove e infine si torna ma non si è più quelli di prima.
Nessun personaggio rimane immune al mutamento: Aragorn parte Ramingo e diventa Re, Gandalf era il Grigio e ora è il Bianco, Pipino e Merry erano dei sempliciotti e poi sono condottieri alti e prestanti, Legolas e Gimli erano nemici e poi diventano amici, Sam era goffo e stupidotto e ora è forte e sicuro di sè, Frodo acquisisce saggezza e illuminazione. Tutto è in cambiamento e il viaggio è il mezzo con il quale è possibile raggiungere un mutamento straordinario.

Altri temi minori sono l'amore, l'umiltà, la misericordia e la pietà.
Dopo questa analisi mi auguro nasca in voi la voglia di leggere questo capolavoro! 
Indimenticabile!


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