Il
reiki è un metodo di guarigione basato sulla trasmissione di energia attraverso
le mani. Non va confuso con la pranoterapia, perché, sebbene sembrino due
pratiche simili in realtà sono completamente diverse. Infatti la pranoterapia è
un dono che una persona può possedere, mentre il reiki lo possiamo fare tutti
(vi spiegherò come); inoltre, il pranoterapeuta assorbe il male dell’altro e
dona la sua energia, mentre il reikista dona l’energia dell’universo,
percepisce il dolore del suo paziente, ma non assorbe niente. Semplicemente il
suo corpo funge da canale per permettere all’energia di entrare in un altro
corpo e di guarire.
Reiki
è una parola giapponese coniata dall’unione della parola “Rei”, che significa
energia universale, con la parola “Ki”, che è l’energia personale, concentrata
nel secondo chakra, in prossimità dell’ombelico. La pratica Reiki è una
connessione di queste energie, alla quale possiamo attingere sempre sia per
curare gli altri che noi stessi.
Ho
ricevuto l’attivazione al Reiki più di dieci anni fa e non mi ha limitato, o
condizionato, anzi mi ha reso più libera e più consapevole, oltre che a
diventare più forte nell’affrontare la vita. Il reiki ha trasformato il mio
modo di pensare dandogli una botta di positività ed aiutandomi a tenere sempre
il cuore aperto a tutti.
Il
reiki guarisce la vostra anima e con essa, inevitabilmente, il vostro
corpo.
Dobbiamo
la riscoperta del reiki al dott. Mikao Usui, verso la metà del XIX secolo.
Mikao
era un monaco giapponese, rettore di una piccola università cristiana di Kyoto.
Un giorno alcuni nei suoi allievi misero in discussione la capacità di Cristo
di compiere miracoli guaritori, chiedendogli come mai nelle scritture non ci
fossero riferimenti ai metodi usati da Gesù per guarire, e se lui era in grado
di dare una spiegazione. Ovviamente Mikao non era in grado di rispondere; solo
la fede era in grado di sostenerlo. Tuttavia, decise di intraprendere un
cammino di ricerca e di approfondire questa tematica. Studiò a fondo le sacre
scritture cristiane e quelle cinesi, ma non trovò risposta. Si recò in India e
nel Tibet, dove approfondì lo studio di antichi testi scritti in sanscrito, ma
anche qui non ebbe successo. Ritornò allora in Giappone e si dedicò al
buddismo, indagando sulle guarigioni compiute da Buddha e fu in un tempio
vicino a Kyoto che trovò le sue risposte. Mikao trovò degli antichi testi
buddisti scritti duemilacinquecento anni prima, i quali contenevano delle
formule e simboli particolari. Da questo momento in poi, Mikao approfondì i
suoi studi compiendo un periodo di digiuno, isolamento e meditazione per
purificare il suo corpo.
Con
la scoperta del reiki, Mikao passò sette anni a curare le persone. Si rese
conto, però, che nel corso del tempo queste ritornavano ad ammalarsi. Da ciò
apprese una cosa molto importante: non era sufficiente guarire gli uomini
fisicamente dalle malattie, era necessario guarire la loro anima, il loro
pensiero. Per insegnare la gratitudine e la riconoscenza, Mikao fissò delle
piccole e semplici regole di vita:
“Non essere arrabbiato proprio oggi,
non preoccuparti proprio oggi.
Onora i tuoi maestri,
i genitori, gli anziani.
Guadagna il tuo pane
in modo onesto.
Sii grato nei confronti
di tutto ciò che vive.”
Mikao
dedicò il resto della sua vita a insegnare la pratica del reiki e, grazie ai
suoi collaboratori, esso è giunto fino a noi.
Salve signora o signore
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